La vittoria in Europa League: chi dice di non averci pensato è un bugiardo, o uno coi piedi ben saldi a terra. Eppure una minima speranza c’era, soprattutto in chi stasera era salito sul trespolo “gufando” le due “big” Arsenal ed Atletico Madrid.

C’è rabbia, c’è delusione, ci sono tante e troppe cose tutte insieme che sono implose e poi esplose davanti alle TV italiane.

Un’illusione la rete di Ciro Immobile, una Lazio a cui, in termini di formazione, non abbiamo certo nulla da recriminare. I “super titolari”, un gol e la certezza di poter dire: “ce l’abbiamo fatta e che sia benedetta l’urna di Nyon”.

Invece il calcio è roba strana, seduce e poi abbandona.

Bastano 20 minuti di ordinaria follia alla Red Bull Arena, in tre giorni di pura follia in Europa ed il castello crolla, come nella follia è stato risucchiato anche quel Barcellona dei “marziani”.

Toppare una partita capita, uh se capita, ma quando davanti hai il Salisburgo meno blasonato delle altre presenze nel torneo, allora lo sbaglio risalta il doppio.

Il triplo se conti il vantaggio messo in cassaforte.

Troppo semplice e banale parlare adesso di “blackout”, perché quello può appartenere ad uno su undici in campo, ma non va certo a spiegare un crollo devastante neanche giustificato a livello mentale se pensi all’essere tornati terzi in classifica, aver stravinto all’andata ed essersi portati addirittura in vantaggio.

Un 2-1 ci teneva in gara. Scempio? Forse si può definire anche calcisticamente uno scempio.

Una cosa però la voglio dire oltre alla rabbia da tifosa.

I conti li faremo alla fine, adesso è prematuro. Stupido e disfattista a 7 partite dal termine del campionato, mettere in croce una squadra che, almeno fino a ieri sera, era stata difesa a spada tratta dai propri tifosi.

Una squadra che è stata frodata di punti qui e lì, che non ha abbassato mai la testa, che sbaglia qualche volta per carità, ma che si rialza. Una squadra che non era proiettata dal principio a vincere un qualche scudetto e che è uscita dalla Coppa Italia ai rigori.

E vi dico questo perché nessuno abbandona la poltrona del cinema prima di vedere la fine del film, anche se ad un certo punto la trama è diventata  un pò banale.

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